Chiesa di Sant’Ambrogio di Qualino
Se siete alla ricerca di un luogo di pace e spiritualità, immerso nella natura incontaminata, la Chiesa di Sant’Ambrogio di Qualino è la meta perfetta. Un luogo che invita alla contemplazione e alla riflessione, dove lasciarsi avvolgere dalla bellezza e dalla serenità della Val Camonica.
Chiesa di Sant’Ambrogio a Qualino
Posta all’esterno dell’abitato di Qualino, la chiesa di Sant’Ambrogio si erge come un gioiello barocco ben visibile dalla pianura circostante. La sua ricchezza architettonica la distingue come la più importante chiesa della costa di Volpino. Un’altra testimonianza dell’arte e della storia della zona è la Chiesa di Santo Stefano di Qualino, raggiungibile in 9 minuti di auto.
L’edificio attuale è il risultato di ampliamenti realizzati nel Seicento e nel 1902, che hanno arricchito una struttura originaria risalente al Quattrocento. Di quest’ultima epoca rimangono alcuni frammenti di affresco all’interno, a testimonianza di un passato ancora da scoprire.
La facciata, a due ordini e conclusa da un timpano mistilineo, è anticipata da un pronao, elemento che accomuna la chiesa ad altre parrocchiali della zona. Un particolare che la distingue è il pregevole portale in pietra nera di Riva di Solto, finemente intarsiato.
L’ampliamento seicentesco e l’intervento del 1902 conferiscono all’edificio l’aspetto odierno, conservando il suo fascino.
All’interno, la luminosa navata è ornata da lesene e dalle finestre a forma di arco che si affacciano sul soffitto a volta, impreziosito da affreschi raffiguranti momenti della vita di sant’Ambrogio.
Due cappelle laterali vicino al presbiterio ospitano gli altari del Rosario e di San Fermo, circondati da splendide cornici barocche in legno intagliato e dorato; sull’altare del Rosario spicca la tela di Domenico Carpinoni, caratterizzata da pennellate decise e vividi colori, realizzata tra il 1646 e il 1652.
L’imponente arredamento del presbiterio, frutto di un programma decorativo avviato negli anni Trenta del XVIII secolo, rappresenta un’espressione straordinaria. La maestosa tribuna eucaristica, realizzata forse dalla bottega Ramus, emerge come elemento centrale, concepita per enfatizzare la sacralità del tabernacolo al di sotto e per ospitare l’ostensorio durante l’adorazione eucaristica. Nonostante i danni subiti a causa di un furto, conserva ancora la sua straordinaria bellezza, evidente nell’architettura a forma di tempietto centrale con due ali e nei dettagli finemente intagliati sui gradini, incastonati su uno sfondo di specchi.
L’altare marmoreo, forse opera della bottega Manni, si distingue per la sua pregevole fattura. Risalente al 1736, la cornice della pala è un autentico capolavoro rococò, eseguito da Andrea Fantoni di Rovetta. La modesta tela raffigura la comunità parrocchiale attraverso i santi patroni delle chiese che un tempo dipendevano da Sant’Ambrogio. Accanto alla Madonna con il Bambino sono presenti Matteo, Antonio abate, Giorgio e Bartolomeo, patroni rispettivamente di Flaccanico, Corti, Ceratello e Branico.