Parco Gola del Tinazzo, Castro
Nella provincia di Bergamo, immerso nelle terre dell’Alto Sebino, nel Comune di Castro, troviamo il Parco Gola del Tinazzo, uno dei parchi naturalistici e protetti da Legambiente che regala ai visitatori un’esperienza indimenticabile.
Tra le sue suggestive pareti rocciose, il parco custodisce una biodiversità straordinaria, offrendo sentieri escursionistici per tutti i livelli e scorci panoramici mozzafiato.
Visitare il Parco Gola del Tinazzo significa vivere un’esperienza unica e indimenticabile. Tra la natura incontaminata, il silenzio e i panorami mozzafiato, è facile perdersi in questo paradiso terrestre e ritrovare il contatto con la propria interiorità.
Parco della Gola del Tinazzo: la storia
La forra del Tinazzo, per lungo tempo, ha costituito un confine naturale tra le province di Bergamo e Brescia, grazie alla sua natura facilmente difendibile. Tuttavia, in una breve sezione, le pareti della forra si toccano, formando un ponte di terra che agevolava gli scambi commerciali e il passaggio di persone e merci.
Questo confine ha dato origine al porto di Castro, in Lombardia, e alla Via Corna, una strada incisa nella roccia utilizzata per il commercio tra il porto e le valli bergamasche, famose per la produzione di ferro, evitando i dazi del vescovo di Brescia.
Anche se il fiume Tinazzo abbia portato diversi vantaggi economici al comune di Castro, altrettanto ha anche causato numerosi problemi a causa delle inondazioni. La peggiore di queste si è verificata nel XVI secolo. Ad ogni modo, nel 1916, per proteggere il paese, il corso del fiume è stato cambiato per farlo sfociare direttamente nel lago d’Iseo, attraverso una galleria costruita artificialmente.
Il Parco Gola del Tinazzo: flora e fauna
Il Parco Gola del Tinazzo conosciuto anche come Parco della Gola del Tinazzo, si estende su più di 20.000 metri quadrati. Situato quasi nei dintorni della Falesia di Castro, e a 7 minuti a piedi dal Sentiero naturalistico dello Stross, attira diversi visitatori grazie alla sua varietà di piante e vegetazione e grazie alla sua forma particolare, al clima locale e al tipo di roccia che lo compone
Pur essendo di dimensioni ridotte, il Parco Gola del Tinazzo, presenta una varietà di ambienti, che offrono un habitat ideale per diverse specie animali. Nel bosco misto, dove crescono principalmente carpini e ornielli, è possibile avvistare caprioli, volpi, faine, tassi, lepri, scoiattoli e ghiri, oltre a diverse specie di uccelli. I prati terrazzati, coltivati con ulivi, sono frequentati da numerose farfalle, mentre i muretti a secco rappresentano un rifugio per diversi rettili.
Nel cuore del Parco Gola del Tinazzo si nasconde il bosco di forra, avvolto da un’atmosfera umida e ombrosa. Tra la vegetazione rigogliosa, trova il suo habitat ideale la salamandra pezzata, un anfibio dai colori vivaci, giallo e nero. La presenza di questa specie è un segno incoraggiante: indica un ambiente sano e incontaminato, dove la natura può prosperare.
Tuttavia, una nota amara si aggiunge a questo quadro idilliaco: il gambero di fiume, un tempo parte integrante di questo ecosistema, è stato completamente sterminato da una malattia. La sua scomparsa rappresenta un monito sull’estrema fragilità degli equilibri naturali e sulla necessità di tutelare la biodiversità.
La presenza della salamandra pezzata e l’assenza del gambero di fiume simboleggiano le due facce del Parco Gola del Tinazzo. Da un lato, un ambiente rigoglioso e incontaminato che ospita una ricca fauna selvatica. Dall’altro, la minaccia incombente delle malattie e dell’inquinamento che possono mettere a repentaglio l’esistenza di intere specie.
Tra le meraviglie nascoste del Parco Gola del Tinazzo, spicca la presenza di due esemplari di Campanula dell’Insubria, una specie vegetale rara e preziosa che cresce spontanea solo in alcune zone ristrette tra il Lago di Como e il Lago di Garda.
Nel territorio bergamasco, la Campanula dell’Insubria trova la sua casa preferita tra i 200 e i 2000 metri di altitudine, prediligendo le zone rocciose. Questo fiore si può trovare nelle valli Torta, Taleggio, Imagna, Brembana e Seriana, soprattutto nella zona intorno a Clusone. Nella Val Camonica, la Campanula dell’Insubria si estende da Breno fino al Lago d’Iseo, adornando le rocce lungo le sponde settentrionali del lago, raggiungendo la sua quota più bassa a 185 metri lungo la pista ciclabile che collega Vello a Toline, ai piedi del monte Corna Trentapassi.
Forra del Tinazzo: Curiosità
Superato un breve tratto di bosco lungo un sentiero agevole, ci si ritrova di fronte a un’imponente parete rocciosa che sembra sbarrare il passo. Ma avvicinandosi, si scopre un’alta fenditura che invita ad addentrarsi nel cuore della montagna.
Le possenti pareti, che superano i 40 metri di altezza, segnano l’ingresso della Gola del Tinazzo, un canyon affascinante esplorabile per oltre cento metri in sicurezza. Il suo variegato spazio, largo da 1 a 4 metri, offre un intrigante balletto di luci e ombre mentre ci si addentra lungo il percorso.
Quando si visita la Gola o Forra del Tinazzo è come rivivere indietro nel passato, in cui sono custodite testimonianze di una lotta millenaria tra acqua e roccia, scolpite dalle antiche glaciazioni e plasmate dal torrente Borlezza, si rivelano in modo maestoso.
Questo luogo, ricco di storia geologica e fascino naturale, si inserisce armoniosamente nel contesto delle meraviglie della provincia di Bergamo, tra cui le affascinanti Piramidi di Zone, formazioni naturali uniche nel loro genere.
La Gola del Tinazzo, un nome poco conosciuto al pubblico, rivela un passato affascinante. Cinque milioni di anni fa, quest’area rappresentava lo sbocco delle acque provenienti dal Colle Vareno verso il bacino idrografico dell’Oglio. Queste acque attraversavano la spettacolare forra dello Stringiù di Pora per poi riemergere dopo un percorso di venticinque chilometri di fronte al lago.
Tra le curiosità da sapere su come si è formata la Gola del Tinazzo vi è una leggenda locale in cui narra che essa di formò ai tempi di Gesù.
Si dice che un soldato di nome Longino, proveniente da Castro, fosse stato mandato in Palestina per punizione. Durante la crocifissione di Gesù, Longino trafisse il fianco del Cristo con una lancia. Tuttavia, questo gesto, provocò un terremoto così violento che anche a Castro la terra tremò. Di conseguenza, la montagna si spaccò, dando vita alla Gola del Tinazzo. Nonostante le divergenze storiche sull’origine di Longino, la leggenda suggerisce che la gola sia stata creata da un evento sismico. Ma se si osserva meglio le pareti della gola, è possibile scorgere i segni di questa rottura, aggiungendo un tocco di mistero e fascino al luogo.